Giorgio Vale (22 ottobre 1961 – 5 maggio 1982) cresce a Roma, nel quartiere della Balduina, in una famiglia composta dal padre Umberto, nato in Eritrea e proprietario di un ben avviato salone di parrucchiere, dalla madre Anna Antonia, casalinga, e dal fratello Riccardo, di un anno più grande. Trascorre i primi anni di scuola nella tranquillità borghese della zona. Durante l’adolescenza conosce e attraversa la crescente conflittualità politica che caratterizza la vita studentesca a livello nazionale. Giorgio, descritto da tutti come ragazzo di carattere riservato e schivo, manifesta un precoce interesse per la politica. Un interesse che preoccupa anche i genitori, specie dopo che i due fratelli, da un istituto privato, vengono trasferiti in un liceo pubblico del quartiere Monte Mario, il “Pasteur”. Ma la crescente tensione politica della seconda metà degli anni settanta non riguarda esclusivamente le scuole. Si realizza anche a livello territoriale, disegnando una mappa cittadina di quartieri politicamente connotati. Balduina in tal senso rappresenta una zona di confine tra aree contrapposte e rigidamente caratterizzate, in cui lo scontro si vive strada per strada. In quella dimensione Giorgio matura le sue convinzioni politiche, affacciandosi sporadicamente anche in una locale sezione del MSI. Ma gli ambienti giovanili della destra sono in fermento e molti ragazzi, a volte neanche maggiorenni, scelgono di allontanarsi dal partito. All’inizio del 1979, infatti, quando Giorgio viene arrestato per la prima volta, dopo una rissa contro avversari politici, è già entrato a far parte dell’organizzazione extraparlamentare Terza Posizione. È l’inizio della escalation che lo condurrà, nel giro di pochi anni, alla lotta armata nei NAR, alla latitanza e al tragico e non del tutto chiarito epilogo della sua morte. Giorgio Vale è un black italian e ciononostante è un neofascista. Sceglie la lotta armata e riveste un ruolo di primo piano nei tumultuosi anni di piombo, tanto da risultare coinvolto persino in un depistaggio riguardante la strage di Bologna. Malgrado ciò la sua storia non è stata mai approfondita, e la sua memoria non rientra in quelle rivendicate dal neofascismo attuale. La pubblicazione di Corpo Estraneo cerca di colmare questa lacuna e di spiegarne i motivi.